domenica 20 ottobre 2013
domenica 14 aprile 2013
sabato 13 aprile 2013
venerdì 12 aprile 2013
omaggio al "NOLANO"
Per il
“Nolano“. Una mostra di Tufano
Sosteneva
Giordano Bruno che l’agire è frutto esclusivo della volontà umana
e le conseguenze delle sue azioni sono pertanto responsabilità
dell’uomo stesso. In un secolo, quello rinascimentale, attraversato
da grandi rivolgimenti morali e da immense scoperte scientifiche che
frantumarono la concezione antropocentrica del mondo, il filosofo
nolano contribuiva con le sue teorie a evidenziare come la dignità
dell'uomo, la sua nobiltà, il suo significato, dipendessero dal suo
agire; che il premio dell'azione fosse nel significato dell’azione
stessa. Quale migliore punto di partenza filosofico per introdurre il
progetto espositivo di Tufano che poggia, appunto, saldamente, su
contenuti di carattere sociale e che indaga il senso di
responsabilità dell’agire artistico? Da anni impegnato in una
ricerca che scardina i criteri tradizionali dell’opera, Tufano
trasforma l’arte in una serie di azioni o di oggetti (scultorei e
pittorici), come nel caso di questa mostra, che mettono in
discussione il significato e il valore che l’arte può assumere nei
confronti del vivere nella società civile. Per diverso tempo il suo
fare artistico è stato addirittura il delegare agli altri (artisti,
critici o letterati) la realizzazione di opere o progetti d’arte
nel suo spazio vitale, la sua casa-galleria. Ora, tornato a
riflettere sull’oggetto artistico, traduce questa sua esigenza di
“dare spazio” alla libera interpretazione degli altri in un
progetto che mette in primo piano il concetto stesso di Italia, di
patria, quindi, e di Europa. Concetti astratti, poggiato però sulle
vite umane di chi le ha costruite e di chi in esse crede fermamente.
Le tre opere
della serie “L’Italia cor-rotta” affrontano con le loro sagome
deformate e in parte frantumate una dolorosa riflessione sul
significato che il concetto di nazione ha assunto nella
contemporaneità, tra laceranti politiche locali e perdita del senso
di appartenenza comune ampiamente diffusa nelle vecchie e nuove
generazioni. Le tre sculture Italia in vuoto,
Italia sospesa e
Italia appesa traducono
in metafora il concetto di geografia: la dimensione psicologica del
senso di appartenenza alla stessa nazione, alle sue tradizioni, ai
suoi destini, anche umani, che ne hanno attraversato la storia. E’
inevitabile provare un senso di profondo disagio di fronte all’azione
distruttrice e deformante dell’artista, che con sottile ironia e
facendo il verso anche alla famosa Italia rovesciata di Luciano
Fabro, che per primo ha agito sulla sua sagoma, muta la prospettiva
cui siamo soliti pensare alla nostra nazione, con un Nord in alto e
un Sud in basso, con uno “stivale” regolare e integro. I confini
tra regioni e città si frantumano sotto il gesto distruttivo
dell’arte e con essi le certezze che hanno imperniato il nostro
sentirci parte di una nazione, di un unico Stato. Le sagome giungono
addirittura a sdoppiarsi! Sembra qui affiorare un altro punto di
contatto con Giordano Bruno, che facendo proprie le teorie
copernicane, ha rivoluzionato la teorie di un sistema di pianeti
unico, in favore di una molteplicità di sistemi eliocentrici,
ponendo l‘uomo moderno di fronte alla incommensurabilità
dell’universo.
Nelle carte
di Tufano, inoltre, le sagome dell’Italia assumono un valore
materico particolare: tra bruciature, grinzature e frammenti di
pagine dei quotidiani, l’idea topografica della cartina, così come
siamo abituati a vederla sugli atlanti, appare violata quasi con
ferocia, con volontà distruttiva. Tufano vuole forse puntare
l’attenzione - come ha scritto recentemente Lorenzo Bruni - sugli
errori politici, economici e culturali commessi in questo ultimo
ventennio che hanno portato al tradimento delle potenzialità che
aveva l’Italia del boom economico. L’azione deformante agita su
queste cartine geografiche non può del resto non far pensare ai
territori martoriati dalla bramosia speculativa comune a tanti luoghi
del nostro “stivale” che da Nord a Sud ha contribuito a
cancellare forse per sempre l’immagine del “bel Paese”, ricco
di bellezze naturali e di risorse culturali. Le bandiere dell’Italia
e dell’Europa, inoltre, anch’esse tagliuzzate e lacerate, sono
simbolo della fragilità delle convenzioni economiche e sociali,
quando non sono emanazione di un comune e forte sentimento di
appartenenza.
In un gesto
rituale, che diventa atto performativo - tra le forme artistiche che
hanno caratterizzato anche in passato l’agire artistico di Tufano -
di fronte a tale situazione di degrado e di bruttura l’artista
brucia una serie di maschere appese nelle spazio: volti tutti uguali,
senza espressione di uomini che hanno perso la loro individualità
lasciandosi condurre da pensieri omologanti. Un’idea dell’essere
umano, questa, lontanissima dall’insegnamento che ci ha lasciato la
vita del Nolano.
martedì 26 marzo 2013
La Costituzione della Repubblica Italiana PRINCIPI FONDAMENTALI Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
domenica 24 marzo 2013
TUFANOSTUDIO
VIALE
COL DI LANA, 14 – 20136 MILANO
estivo
Contrada
Rukia PANTELLERIA
T:
02 89420303 - 380 4272384
Che significa per un artista colare
pittura sulle rocce, da un elicottero in volo? E per il pubblico che
lo osserva? La domanda può avere molte risposte, se collocato dentro
la storia dell’arte contemporanea e dei suoi gesti.
Tufano si colloca dentro la genealogia
che ha portato l’arte a disfarsi degli oggetti per imporsi come
gesto, come pensiero realizzato in un’azione. Il processo su cui
questa azione si costituisce è interamente progettato dall’artista,
m ail suo risultato finale è fuori controllo, è aletorio, è
delegato al caso: Tufano lo delega agli eventi atmosferici, il vento
prima di tutto. Dove cadrà la sua pittura e che cosa formerà una
volta sopra le rocce lo decide Eolo.
L’Arte Processuale, nata all’incirca
nel 1968 per opera di Robert Morris, che delegava la realizzazione
delle sue sulcture in feltro o in filo alla forza di gravità.
Naturalmente bisogna fare riferimento anche alle azioni/provocazioni
ludiche del gruppo Fluxus, di cu Tufano può dirsi l’estrema
propaggine italiana.
Poi c’è la natura: l’artista si
inserisce nel divenire naturale, con i suoi tempi di trasformazione,
con le sue proprie morfologie, con le quali l’arte vuole porsi in
relazione. Le rocce subiscono in tempi incomparabilmente lunghi le
trasformazioni che gli agenti atmosferici determinano, mentre il
paesaggio vegetale si trasforma, crescendo in tempi più brevi e
percepibili.
L’arte, in questo caso la pittura.,
entra in questo divenire portando la sua propria temporalià.
Molto veloce nell’atto di formarsi,
potenzialmente eterna nel suo permanere, effettivamente soggetta
anch’essa, anzi essa soprattutto, agli agenti naturali.
E qui la memoria corre alla Land Art:
grandi segni realizzati con macchine incidendo nel terreno dei
deserti americani, o nelle pianure innevate del Nord del continente,
da fruire, nei casi in cui l’intervento è rimasto (per gli altri
ci sono le fotografie) nel luogo stesso in cui è stato realizzato,
con le inevitabili modificazioni morfologiche apportate dalla natura.
Inquadrata storicamente in questo modo,
resta aperta la domanda: come definire oggi u’0azionecome quella di
Tufano a Pantelleria? La risposta sarà molteplice e variegata a
seconda della reazione di ciascuno degli osservatori, testimoni
dell’azione stessa o del suo risultato. Come succede sempre i n
arte, del resto…
Giorgio Verzotti
sabato 23 marzo 2013
I N T H E I S-L A N D A R T
P A N T E L L E R I A
TUFANOSTUDIO25
CONTRADA RUKIA, PNTL
I
N T H E I S-L A N D A R T
L'idea
di uno spazio aperto dove opere “non completate” possono
dialogare con lo spazio, con l'atmosfera, con le perturbazioni
atmosferiche, climatiche, quale luogo? Se non Pantelleria! Perché un
artista facilmente si lascia ammaliare dall'atmosfera del luogo
quindi è meglio non cadere nella convinzione di avere "fatto"
un'opera, ma contribuito.
L'opera
d'arte è necessariamente incompleta, insatura, da farsi. In questo
senso, le opere non completate sono le più radicali,”I Prigioni".
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